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“Stop the Clock”: cosa cambia concretamente
Giovedì 3 Aprile 2025 il Parlamento Europeo ha approvato la cosiddetta proposta “Stop-the-Clock”, contenuta nel pacchetto di semplificazione Omnibus I, che prevede il posticipo dell’applicazione di alcuni obblighi normativi in materia di sostenibilità, al fine di consentire alle imprese un adeguamento più strutturato e coerente con i futuri sviluppi regolatori.
"Stop the clock": cosa cambia concretamente
Il rinvio riguarda in particolare due direttive fondamentali nel percorso europeo verso la sostenibilità:
1. CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive
Slittamento di due anni per:
- Le grandi imprese attualmente non soggette all’obbligo di rendicontazione: primo report da presentare nel 2028, relativo all’anno finanziario 2027.
- Le PMI quotate: primo report da presentare nel 2029, relativo all’anno finanziario 2028.
2. CSDDD – Corporate Sustainability Due Diligence Directive
Rinvio di un anno per:
- Il termine di recepimento da parte degli Stati membri (dal 2026 al 2027).
- L’entrata in vigore degli obblighi per la prima fascia di imprese (dal 2027 al 2028).
Omnibus e sostenibilità: un’opportunità strategica, non un rallentamento
Contrariamente a quanto si possa pensare, il Pacchetto Omnibus I non rappresenta un arretramento nel percorso normativo in ambito di sostenibilità; al contrario, costituisce un’opportunità concreta per pianificare in modo più efficace l’adeguamento ai requisiti ESG.
Il quadro europeo resta chiaro: la transizione sostenibile è irreversibile, e le aziende che agiscono oggi acquisiranno un vantaggio competitivo tangibile.
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